Mario Nunes Vais

Mario Nunes Vais fotografo per il Lyceum (1914)

Nella sua lunga e fortunata attività di fotografo dilettante, Mario Nunes Vais si dedicò con entusiasmo di ricercatore al ritratto di cui dette interpretazioni di straordinaria maestria, grazie alla sua acuta sensibilità nel cogliere il carattere dei personaggi in posa.

Nato a Firenze nel 1856 (città dove sarebbe morto nel 1932), in seno a un’agiata famiglia d’origine livornese, Nunes Vais aveva intrapreso la carriera di agente di cambio del padre, e dagli anni Ottanta, dopo il matrimonio con Sofia Uzielli, si era appassionato di fotografia, inizialmente di vedute urbane e di paesaggi, per poi votarsi quasi esclusivamente alla ritrattistica in studio.

L’aspetto innovativo delle sue immagini, i cui protagonisti spaziano dal mondo dell’arte, della letteratura, del teatro, al jet set internazionale di cui egli stesso faceva parte, risiede nello stile austero, la ripresa ravvicinata, i meditati rapporti chiaroscurali, il nitore della sala di posa quasi sempre priva di arredi. Immagini delle quali egli si limitava a eseguire gli scatti, affidandone ad altri lo sviluppo e la stampa, sebbene sperimentasse nel proprio gabinetto fotografico materiali e tecniche che gli procurarono premi alle esposizioni italiane e estere; così come non ebbe una propria sala di posa, preferendo affittare per periodi più o meno lunghi quelle - fra le altre - di Vittorio Alinari, di cui era molto amico, o della ditta Bencini e Sansoni, o, ancora, la terrazza della Società Fotografica Italiana di cui era membro dal 1890. Già a quella data, la sua riconosciuta abilità era tale che posare per Nunes Vais divenne motivo di prestigio sociale.

Da dilettante, come amava definirsi, egli lavorava solo per il proprio piacere e senza retribuzione; non dovendo dunque sottostare alle esigenze della clientela, poté esprimersi con estrema libertà, creando ritratti fervidi di vita e in grado di rievocare la temperie culturale della loro epoca.

Nel 1970, la copiosissima produzione di fotografie dell’artista, conservata nella casa di famiglia al Pian de’ Giullari, venne donata dalla figlia Laura, nata nel 1894, all’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.


Silvestra Bietoletti